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Baudelaire e Morrison, due poeti legati da un destino maledetto

  • 27 mag
  • Tempo di lettura: 3 min

di Maria Grazia Porceddu


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Lasciamo l’universo lovecraftiano ma non le sue vibes.

Restiamo nel cerchio delle influenze di bellezza e decadenza, morte e ignoto, ribellione e libertà.

Come già visto, gli influssi letterari in rock e metal sono punti di partenza interessanti, perché nella maggior parte dei casi si riflettono non solo nei contenuti delle canzoni delle varie band, ma anche e soprattutto nella loro estetica.

Pensiamo al black metal dei Cradle of Filth, al progressive death metal degli Opeth o al gothic metal dei Moonspell e dei Lacuna Coil che insieme agli altri gruppi citati esplorano tematiche legate ad amore, morte, ignoto e tanto altro.

Temi cari anche alla letteratura maledetta. E veniamo a noi.

Ebbene sì, oggi vi parlo di poesia e in particolare di Baudelaire.

In quanto a fascinazione per morte e ignoto, spesso conditi da mistero e orrore, la letteratura maledetta, la cui influenza ha dato vita a correnti filosofiche come nichilismo, esistenzialismo e simbolismo e che si presenta come molto complessa e variegata, ha dato tanto anche alla musica. In particolare, Charles Baudelaire è stato d’ispirazione per i gruppi presentati sopra, ma soprattutto per uno: The Doors.

Ho già parlato della band di Jim Morrison in un’altra occasione. Torno a farlo perché il Re Lucertola, senza dubbio tra i poeti del rock, molto ha a che spartire con il poeta maledetto francese, tra l’altro, come si dice in giro, tra i suoi autori preferiti. Morrison era un intellettuale appassionato di poesia e letteratura, prima ancora di essere un musicista.

Di certo, chi conosce le vicende del leader della band, sa bene che Morrison aveva più un animo da poeta e questa sua vocazione è palese nei testi dei brani che compongono la discografia della band statunitense. Tra i più influenti nel genere rock, i The Doors hanno spalancato una finestra sulle percezioni dei misteri e i significati nascosti in cui solo la poesia può penetrare con facilità ed efficacia.


Immagine realizzata con IA
Immagine realizzata con IA

Mi piace pensare, ma è certo che non sono l’unica, che Baudelaire e Morrison hanno molto in comune. La vocazione all’inquietudine, a quella particolare malinconia propria del genio, quel tratto di romanticismo unito all’uso smodato di droghe e agli eccessi. Nonché quella voglia di ritrarsi dal mondo e rigettare una società che non riflette la loro profonda sensibilità, accompagnata da una ricettività che conduce all’autodistruzione.

Les fleurs du mal, raccolta di poesie di Baudelaire, ha avuto un’influenza significativa su Morrison che ha visto in essa un’esplorazione della decadenza e della bellezza, mentre le poesia l’Albatro lo ha ispirato nell’esplorazione della libertà e della ribellione.

Ci sono diverse canzoni di The Doors interessanti da questo punto di vista.

Pensiamo a Break on through:

“Break on through to the other side

Yeah

Break on through to the other side

Yeah

She gets worried and she gets sad

Sometimes she sleeps till afternoon

Sometimes it seems she sleeps till

tomorrow

And I try to tell her

That everything’s alright

And she comes back and she begs for me

And she comes back and she begs for me...”

Ossia:

“Rompere per raggiungere l’altro lato


Rompere per raggiungere l’altro lato

Lei si preoccupa e si rattrista

A volte dorme fino al pomeriggio

A volte sembra che dorma fino a domani

E io cerco di dirle

Che tutto va bene

E lei torna e mi supplica

E lei torna e mi supplica...”

Lasciando da parte le interpretazioni varie a cui si presta il testo, la mia intenzione è quella di sottolineare il fil rouge sul quale si muove la canzone, che è poi quello di una malinconia

artistica poetica e maledetta che ritroviamo più pungente in altri brani e in generale nella discografia dei The Doors.

C’è poi The End di cui vi ho parlato nell’uscita dedicata al gruppo e dove accanto a spunti che riconducono alla tragedia greca, ci sono anche riferimenti alla mitologia egizia e alla poetica baudeleriana. Interessante è anche The Unknown Soldier, in cui prevalgono i temi della morte e dell’ignoto; e arriviamo quindi a Not to Touch the Earth:

“Not to touch the earth

Not to see the sun

Everything is broken

And I can tell you no one

Is near...”

“Non toccare la terra

Non vedere il sole

Tutto è rotto

E posso dirti che nessuno

È vicino...”

Questo passaggio: “Everything is broken”, potrebbe essere un riflesso della decadenza e

corruzione che Baudelaire descrive nelle sue opere.

Naturalmente è difficile stabilire un netto confine tra il pensiero di Morrison e quello di Baudelaire ma non vi è alcun dubbio che la poetica del francese abbia plasmato la profondità artistica di Jim Morrison e segnato la produzione artistica dei The Doors.



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E voi, che ne pensate?

La sciatemi, se volete, un commento.

E come sempre…

Stay rock and metal!... in attesa della prossima Onda Lunga.


Celebration of the Lizard: Not to Touch the Earth QUI

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