top of page

DA GRANDE



Cane
Foto e Testo di Max Chianese

Oggi è stato il mio compleanno, sulla torta c’erano 11 candeline.

Faccio la prima media e DA GRANDE mi piacerebbe essere una ballerina oppure una veterinaria.

Certo, la danza mi piace, ma anche gli animali mi piacciono. E tanto.

La sera mia mamma e mio papà per addormentarmi mi raccontano delle storie a turno, un giorno a testa, in due lingue diverse, ma io conosco anche una terza lingua: quella del mio gatto Abu.

Durante la preparazione della comunione la sera pregavamo, così ci aveva detto di fare Don Marco, e Abu arrivava sempre nella mia stanza a metà preghiera facendo il suo miagolio di saluto.

All’inizio sembrava molto casuale ma poi ho capito che diceva qualcosa.

La lingua dei gatti non ha un alfabeto, ha dei suoni, per questo è difficile da imparare per gli umani, ma basta dedicarci un po' di tempo e ci si riesce.

“E’ sempre il tempo in cui ti dedichi a fare una cosa che fa la differenza” questo dice sempre il mio papà, “Se vuoi dei risultati in qualsiasi campo serve del tempo. E farlo seriamente.”

Un po' mi sa che ha ragione.

All’inizio io e Abu non ci capivamo, ma sono stata ore e ore a parlare con lui. Una volta ho registrato i suoi versi e ho iniziato a sentirli in cuffia, e a ripeterli, una, due, tre, cinquanta, duecento volte. Gli ho dato dei nomi: MIAAA, MIOOOOR, RRRR, RAOOOO, ho trovato circa 35 suoni diversi.

Su MIAAA ci sono stata due giorni, tenevo la musica alta del tablet, altrimenti i miei genitori avrebbero pensato che ero un po' strana e intanto ripetevo, ripetevo e ripetevo.

A scuola ogni tanto mi scappava qualche verso e allora facevo finta di tossire o altre cose strane.

Non avrebbero capito. Ma è successo poche volte, due o tre, non sono neanche sicura che la terza volta abbiano sentito.

Quando con le mie amiche Eva e Giulia parliamo, dopo un po' inizio a fare fatica a capire cosa dicono, mi stanco. Forse perché parliamo di cose un po' stupide e io inizio a pensare ad altro.

Con Abu non mi è mai successo, tutto quello che dice è sempre molto, molto intelligente.

L’altro giorno mi ha detto che preferiva i croccantini vecchi al posto di quelli nuovi che gli abbiamo preso, così l’ho detto alla mamma, senza spiegarle come avevo avuto questa informazione, e lei è tornata a comprare quelli vecchi.

Abu si è avvicinato alla ciotola per mangiare. Ma prima di iniziare ad abbuffarsi si è fermato, si è girato verso di me e la sua coda è partita velocissima a muoversi per ringraziarmi.

Non mi sembrava vero che avevo capito bene quello che voleva dirmi.

Gli animali mi sono sempre piaciuti, tutti. Cani, gatti, aironi, la tartaruga dei vicini che è finita per caso nel mio giardino e anche gli insetti.

Sulla strada per andare a danza, in quei dieci minuti che ci mettiamo per arrivare in accademia, io e il papà facciamo la gara a chi vede per primo più aironi.

Di solito vinco io, anche perché lui deve guidare; i maschi, a differenza di noi femmine, fanno un po' fatica a fare troppe cose contemporaneamente, quindi lui o guarda la strada o guarda gli aironi, e così vinco quasi sempre io!

Quando gli aironi spiccano il volo è come se ballassero, fanno evoluzioni, giri bellissimi e poi si sollevano in cielo, arabesque, chaissé, grand jete, fanno qualsiasi cosa e meglio di noi.

La danza e gli animali hanno tante cose in comune, la leggerezza, l’istinto, l’armonia, l’essenzialità. Il superfluo per loro non esiste, non avrebbe senso.

Io ho un po' timore di fare cose superflue.


Adesso ho 30 anni. Sto rileggendo queste righe di 19 anni fa.


Lavoro in una società di animazione, sono una disegnatrice, alla fine non ho fatto né la ballerina e neanche la veterinaria. Ma ci sono andata vicino.

“La libellula Raymonde” è stato uno dei film di animazione che ha incassato più di sempre, il personaggio l’ho creato io!

Ho passato molti anni ad inseguire una strada che non capivo bene quale fosse.

Un’altra mia passione è sempre stata disegnare e così ho messo insieme disegno, animali e danza, Raymonde è una libellula magica che si trasforma in una ragazza di 20 anni che studia danza.

In ogni caso io vado ancora a danza, anche se non lo farò come lavoro è rimasta una mia passione.

Che mi fa stare bene.


Ooops, ho 70 anni. Oggi è il mio ultimo giorno di lavoro.


Sarei potuta andare in pensione già qualche anno, ma il mio lavoro mi è sempre piaciuto.

Nel pomeriggio ho aperto una busta e c’erano delle righe che avevo scritto prima a 11 anni e poi a 30. E allora ho deciso oggi di chiudere questo cerchio, scrivendo queste ultime frasi.

Nel mio futuro vedo tante cose da fare, non guardo mai indietro.

Mi sono sempre caricata all’inverosimile di tante passioni, alcune le ho portate a termine altre no, mia mamma è stato il motore della mia vita, è lei che mi ha spinto a insistere su una seconda lingua e anche sulla danza, che era una sua passione ma non mi ha mai forzato in niente.

Le mamme sono sempre la forza di ognuno di noi, i papà hanno un ruolo diverso e sarebbe troppo lungo da scrivere.

Rileggendo queste righe mi chiedo cosa mi sarebbe piaciuto di più fare: ballare o essere una veterinaria e oggi credo di avere una risposta.

Nessuna delle due, è inutile avere dei rimpianti, ho fatto tante altre cose, diverse da quelle che pensavo, ma importanti e belle nello stesso modo.

Sono andata a fare un giro nel giardino di mia nonna, che per me è sempre stato un posto incantato, il mio ciliegio è ancora lì dopo tanti anni, quando ci sono vicino mi sento come se fossi ancora bambina, come se avessi ancora undici anni.

Poi ho fatto un giro in paese, sotto una casa che era un mezzo rudere, ho visto un cane abbandonato, anzi una cagna, anche se non mi è mai piaciuto questo modo di chiamare le femmine dei cani.

All’inizio non avevo capito cosa facesse, aveva una strana cosa nera sotto la pancia, con una zampa lo proteggeva. Poi mi ha mandato uno sguardo bellissimo. Da mamma.

E ho visto che sotto c’era un cucciolo. La grande era tutta bianca e il piccolo un batuffolo nero.

È sempre bello guardare negli occhi una MADRE.

Visto che da domani sarò libera mi è arrivata in testa una idea strampalata.

Ma se andassi a chiedere di iscrivermi in università per diventare veterinaria?

A 75 anni dovrei finire e potrebbe essere veramente qualcosa che potrei fare DA GRANDE…


bottom of page